giovedì 6 dicembre 2007

sabato 1 dicembre 2007

SIAMO ALLA FINE...

Oggi è l'ultimo giorno di lezione...non pensavo mi sarebbe dispiaciuto così!il primo giorno una fatica per creare il blog e per caricare un video da youtube ci è voluto!Ora sono riuscita persino a craermi un archivio fotografico pensate un pò! Questa esperienza è stata davvero interessante e sicuramente continuerò ad aggiornare il blog perchè ormai è come se fosse il mio diario una parte di me!Credo che la cosa più importante che ci ha voluto trasmettere il prof è che il web 2.0 ci dà la possibilità di essere cronisti di tutto ciò che ci tocca ma soprattutto di noi stessi. La rete è aperta a tutti e a tutto come ogni democrazia che si rispetti perchè in fondo tutte le opinioni sono legittime purchè siano legittimate. Mi ha fatto piacere essere con voi. A presto

venerdì 30 novembre 2007

PER UNA VOLTA VINCE LA CULTURA...


Il "Quinto Inferno",show di Benigni su Raiuno, ierisera ha sbaraccato gli ascolti facendo registrare il record stagionale di 12,6 milioni di spettatori battendo addirittura Celentano nonostante la concorrenza abbia sfoderato il "Capo dei Capi" fiction sul boss dei boss Totò Riina che giunta alla puntata finale ha comunque incollato alla tv otto milioni di persone. Uno scherzo costato alla Rai un qualcosa come 2,27 milioni di euro vista la rinuncia agli spot pubblicitari ma un successo di ascolti del genere ripaga ampiamente. A prescindere dal duello Rai- Mediaset credo che la cosa più importante sia che a vincere ierisera da entrambe le parti siano stati per la prima volta i contenuti e non la politica "faziosa"e la logica "economica".Davvero bella la ricostruzione della storia sulla mafia vista dagli occhi di uno dei tanti poliziotti a cui "Cosa Nostra" ha rovinato la vita. Benigni ovviamente non ha bisogno di commenti ma troppo forte la lettura dantesca che ha chiuso il programma.

sabato 24 novembre 2007

Esplode la protesta alla Sorbona

L'Università Sorbona di Parigi è stata chiusa questa mattina dopo i violenti tafferugli tra gli studenti che protestavano contro il progetto di riforma dei regimi speciali voluto dal Presidente Sarkozy,e quelli che volevano raggiungere le aule. In un comunicato diffuso dall'amministrazione dell'Università si spiega che un gruppo di studenti ha fatto ricorso alla forza per bloccare uno degli ingressi dell'università. Ecco il video che mostra l'escalation di violenza nella più prestigiosa università parigina...



Era cominciata così...





PARIGI (8 novembre) - La protesta degli studenti universitari francesi contro la legge sull'autonomia degli atenei cresce. Oggi una decina di facoltà sono state bloccate a Parigi, Nantes, Rennes, Tolosa, Perpignan e gli studenti stanno decidendo nuovi scioperi anche per la prossima settimana.

Sotto accusa è la legge sull'autonomia degli atenei votata lo scorso agosto che autorizza le facoltà a diventare proprietarie dei locali e l'introduzione dei finanziamenti dei privati. Già a giugno, prima della chiusura estiva degli atenei, gli studenti universitari, ai quali si erano aggiunti poi anche i docenti, aveva manifestato per settimane, contrari ad una riforma che, secondo loro, è destinata a creare delle università di serie A e altre di serie B. E oggi a Perpignan un migliaio di studenti ha scandito slogan contro il Medef, la Confindustria francese, accusata di voler fare dell' università un proprio «feudo».
A Parigi, l'università di Tolbiac, sede distaccata della Sorbona, resterà chiusa ancora a tempo indeterminato, dopo che ieri sera un centinaio di studenti che occupavano i locali sono stati evacuati dalla polizia. Gli agenti sono arrivati verso le 22 di mercoledì all'ateneo del XIII arrondissement della capitale, dove nel pomeriggio un migliaio di studenti era riunito per votare l'occupazione. I giovani hanno lasciato con calma i locali, ma l'intervento dei poliziotti Crs, specializzati nel controllo delle manifestazioni pubbliche, è stato considerato una «provocazione». Stesso scena alla facoltà di lettere di Nantes dove l'intervento della polizia ha impedito a circa 200 studenti di passare la notte nell'ateneo.



venerdì 16 novembre 2007

LA STORIA SI RIPETE...

La morte di Gabriele Sandri ribadisce ancora una volta che il problema violenza negli stadi è tutt'altro che risolto. Biglietti nominali, serrate e divieti agli ultrà di seguire in massa la loro squadra del cuore si sono rivelate misure inutili. Quello che è accaduto domenica è semplicemente atroce. Un poliziotto, forse con troppa leggerezza ha sparato ed ucciso un tifoso della Lazio che andava in trasferta a seguire la partita. Ma al di là della tragedia è quello che è accaduto dopo che è ancora più atroce. Innanzitutto pochi hanno sottolineato che a morire in maniera assurda è stata soprattutto una "persona" più che un tifoso. E' questo grosso errore che secondo me ha scatenato tutto il resto. In molti stadi tifoserie storicamente "nemiche" si sono accordate per far sospendere le partite mostrandoci uno spettacolo indecente e generando una spirale di violenza senza fine. Sicuramente il fatto che a Palermo quando morì Raciti il campionto si è fermato per una giornata mentre per Gabriele si è solo deciso di posticipare il fischio d'inizio per dieci minuti, ha fatto passare il messaggio che la morte di un tifoso sia meno importante di quella di un poliziotto. Ma è questa la maniera di uscirne? Rispondere alla violenza con la violenza?. Allora il problema non è solo del calcio.Il copione è sempre lo stesso. Il caso della Reggiani morta poche settimane fa non è diverso. Cambia il contesto ma sia che si parta dallo stadio o da un'anonima borgata di Roma il problema è questo sistema malato che si regge sulla violenza e sull'estremismo politico per colpa di uno Stato che nè a sinistra nè a destra riesce più a dare risposte. Non sono una sostenitrice di Grillo anzi...ma credo che l'antipolitica non nasca dal nulla. Così anche una tranquilla domenica che doveve essere solo di sport diventa un incubo. Guardate cosa è successo in questo e giudicate voi!


IL DOLORE STRUMENTALIZZATO...UN FILM VISTO TROPPE VOLTE

Io penso che il vero problema di cui si debba discutere vada ben oltre il semplice discorso “rom o non rom”. Il grosso problema dell’Italia è che ormai in questo Paese non si parla più di nulla e la politica è sempre più incapace di dare risposte ai cittadini, il che a mio avviso, è la cosa più grave. C'era da aspettarselo che la tragedia di Roma diventasse terreno di scontro politico, il solito minestrone riscaldato. La terribile aggressione a Giovanna Reggiani rischia di trasformare quello che poteva essere per una volta occasione di un vero impegno bipartisan nella solita polemica di giornata fra i poli. Serve che ogni tanto qualcuno muoia per ricordare ai politici che ci sono molte cose che non vanno. Ed eccoci qui; una donna viene picchiata ed uccisa da un rumeno per cui forse è il caso di “eliminare” la baraccopoli di Tor di Quinto senza guardare in faccia a nessuno. Sembra un sillogismo aristotelico:il rumeno delinquente uccide una giovane donna allora tutti i rumeni sono criminali. Questo è il vero paradosso italiano. Intendiamoci. Con questo non intendo giustificare il crimine, ci mancherebbe altro ma una risposta ferma alla violenza ci deve essere purchè non diventi una caccia alle streghe. Se e' la sicurezza la priorita' del giorno, maggioranza ed opposizione lavorino insieme per garantire presto strumenti efficaci. Credo che se la politica ogni tanto la smettesse di recitare la sua recita e si fermasse per capire quali sono i problemi che dal basso affliggono la nostra società forse, dico forse, tanti drammi e tante tragedie si eviterebbero.

FORSE CE LA FACCIO...

Mi scusi Prof. negli ultimi tempi non sono molto puntuale sulle esercitazioni ma sono stata bloccata con l'influenza ora però mi riprendo...

UNO SPOGIARELLO PER PROTESTA....

Davvero singolare la protesta degli ex-dipendenti del colosso brasilano Petrobas per chiedere un aumento delle pensioni. Niente cartelli, niente urli, niente violenza. E' bastato denudarsi davanti la sede della loro impresa per far sì che in un attimo le immagini facessero il giro del mondo...A quanto pare ha funzionato!Gustatevi le inedite immagini pubblicate da Repubblica. Credo che sia un ottimo esempio di come il locale in attimo possa diventare per chiunque "globale".

venerdì 26 ottobre 2007

QUELLO CHE NESSUNO AVREBBE VISTO SE...



E' il classico esempio di video amatoriale che riprende però con grande crudezza la tragedia di una vera e proprio bufera che lo scorso 20 giugno in piena estate colpì la città di Torino. Le scene impressionanti colgono il momento in cui un furgone viene letteralmente risucchiato dalla furia delle acque e che a mio avviso rendono l'idea dell'importanza dell'esserci, di essere sul posto. Nessuno avrebbe visto nulla, nè avrebbe saputo niente se non ci fosse stata la forza delle immagini a testimoniarcela. Ciò amplifica il contributo che il web 2.0 può dare per superare i limiti dell'informazione.

sabato 20 ottobre 2007

AL BANDO LA CENSURA!



Basta osservare il video sull'uccisione del militare giapponese a Myanmar in Birmania per rendersi conto delle potenzialità della rete che ogni minuto sembra superare se stessa. Attimo dopo attimo il video mostra a tutto il mondo l'agonia di un uomo qualunque di cui nessuno ne avrebbe mai conosciuto la sorte se qualcuno non si fosse preso la briga di riprenderlo. La sua morte sarebbe passata nell'indifferenza più totale, come tante altre. E' proprio questo che secondo me, dà a queste immagini una valenza unica. Pur nella loro crudeltà servono a rendere giustizia, dignità alla persona umana in quanto tale, dopo che per anni la terrificante macchina della censura ha esposto la verità(sempre relativa ovviamente!) alle peggiori manipolazioni. Senza correre troppo indietro con la memoria dal Vietnam al regime di Mao in Cina, di esempi se ne possono fare moltissimi. Regimi che per anni hanno impedito di parlare, di dire la propria hanno visto il loro "tramonto"già qualche anno fa quando l'11 settembre quell'areo si è schiantato sulle Torri Gemelle. Forse non ci si è resi conto fino in fondo ma quella data, al di là della perdita di vite umane che la rendono storica ha rappresentato una svolta epocale. Per la prima volta chiunque possedesse un televisore ma anche un semplice cellulare ha potuto assistere ad un evento in tempo reale, mentre accadeva. Per giorni le emittenti di tutto il mondo ci mostravano le immagini di quello schianto scomponendo e ricomponendo fotogrammi come fossero pezzi di un puzzle restituendoci pezzi di vita, spiegazioni, ipotesi , scenari che mai avremmo potuto immaginare.Da allora il processo è stato inarrestabile. Il video pubblicato su youtube sul soldato ucciso in Birmania testimonia l'importanza della potenzialità, dell'interattività a 360° della rete che permette a tutto e a tutti di essere protagonisti e di dire "ci sono anche io". Certo guardando le immagini di un corpo esanime che indubbiamente sono forti e drammatiche qualche moralista potrebbe additare ragioni di rispetto e dignità ma io credo che se fossi la madre di quel ragazzo vorrei sapere chi e perchè ha ucciso mio figlio! Credo che il senso di giustuzia e democraticità che ci trasmettono queste immagini non sia da sottovalutare.


sabato 13 ottobre 2007

C'è una cosa che mi ha incuriosito sfogliando la homepage di Repubblica...un'inchiesta realizzata dal giornale sui "brooklinetes" cioè coloro che vivono al di là del ponte a Manhattan ma che non si sentono newyorkesi. Si parla tanto di globalizzazione ma sono tante le realtà locali non tutte conosciute che convivono con il globale ma non accettano di confondersi. Un ponte, che tradizionalmente dovrebbe collegare questa volta divide, separa, mette confini. Dalle interviste riportate ad artisti, commercianti, studenti viene fuori una realtà opposta a quella di Manhatthan caotica e "accellerata", un quartiere tranquillo dove la gente si distingue per l'accento più colorito e l'atteggiamento casual. Chi abita al di là del ponte è trasandato per tradizione e si rifiuta di parlare al mondo, ben diverso dallo stile ingessato e la valigetta 24ore del manager newyorkese. I brooklinite sono orgogliosi del loro status, a dimostrare che è solo al di là del ponte che si respira l'umanità di una metropoli diventata sempre più globalizzata. E' diventata rifugio di artisti in bolletta e sta diventando un'ambita realtà sociale e culturale in cui convivono varie etnie. Un luogo che viene visto come segno imprescindibile della loro identità. Vi vivono ormai molti italiani ma come viene fuori dall'inchiesta si tratta di una migrazione sempre più intellettuale. Del resto per la "fuga dei cervelli"direi che siamo esperti!.A Smith Street ad vive Vincenzo Amato,apprezzato scultore e attore dei film di di Emanuele Cirlese. Non so a voi ma credo che sia davvero interessante questo modo di vivere. I brooklinites, a un passo dalla città ma distanti mille miglia difendono le loro tradizioni, i loro valori e non credo che sia poco visto che di punti di riferimento oggi ne abbiamo ben pochi.!
Ps. Se vi interessa approfondirea andate su Repubblica.
Fatemi sapere cosa ne pensate a presto!
Ramo

Che dolci....!

Gli animali sono la mia passione...soprattutto i cani ne ho tre...presto ve li farò vedere!

Come inizio non c'è male...

Buongiorno raga è davvero bella questa cosa del blog...pensavo fosse più difficile vediamo come va!