sabato 20 ottobre 2007

AL BANDO LA CENSURA!



Basta osservare il video sull'uccisione del militare giapponese a Myanmar in Birmania per rendersi conto delle potenzialità della rete che ogni minuto sembra superare se stessa. Attimo dopo attimo il video mostra a tutto il mondo l'agonia di un uomo qualunque di cui nessuno ne avrebbe mai conosciuto la sorte se qualcuno non si fosse preso la briga di riprenderlo. La sua morte sarebbe passata nell'indifferenza più totale, come tante altre. E' proprio questo che secondo me, dà a queste immagini una valenza unica. Pur nella loro crudeltà servono a rendere giustizia, dignità alla persona umana in quanto tale, dopo che per anni la terrificante macchina della censura ha esposto la verità(sempre relativa ovviamente!) alle peggiori manipolazioni. Senza correre troppo indietro con la memoria dal Vietnam al regime di Mao in Cina, di esempi se ne possono fare moltissimi. Regimi che per anni hanno impedito di parlare, di dire la propria hanno visto il loro "tramonto"già qualche anno fa quando l'11 settembre quell'areo si è schiantato sulle Torri Gemelle. Forse non ci si è resi conto fino in fondo ma quella data, al di là della perdita di vite umane che la rendono storica ha rappresentato una svolta epocale. Per la prima volta chiunque possedesse un televisore ma anche un semplice cellulare ha potuto assistere ad un evento in tempo reale, mentre accadeva. Per giorni le emittenti di tutto il mondo ci mostravano le immagini di quello schianto scomponendo e ricomponendo fotogrammi come fossero pezzi di un puzzle restituendoci pezzi di vita, spiegazioni, ipotesi , scenari che mai avremmo potuto immaginare.Da allora il processo è stato inarrestabile. Il video pubblicato su youtube sul soldato ucciso in Birmania testimonia l'importanza della potenzialità, dell'interattività a 360° della rete che permette a tutto e a tutti di essere protagonisti e di dire "ci sono anche io". Certo guardando le immagini di un corpo esanime che indubbiamente sono forti e drammatiche qualche moralista potrebbe additare ragioni di rispetto e dignità ma io credo che se fossi la madre di quel ragazzo vorrei sapere chi e perchè ha ucciso mio figlio! Credo che il senso di giustuzia e democraticità che ci trasmettono queste immagini non sia da sottovalutare.


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