venerdì 26 ottobre 2007

QUELLO CHE NESSUNO AVREBBE VISTO SE...



E' il classico esempio di video amatoriale che riprende però con grande crudezza la tragedia di una vera e proprio bufera che lo scorso 20 giugno in piena estate colpì la città di Torino. Le scene impressionanti colgono il momento in cui un furgone viene letteralmente risucchiato dalla furia delle acque e che a mio avviso rendono l'idea dell'importanza dell'esserci, di essere sul posto. Nessuno avrebbe visto nulla, nè avrebbe saputo niente se non ci fosse stata la forza delle immagini a testimoniarcela. Ciò amplifica il contributo che il web 2.0 può dare per superare i limiti dell'informazione.

sabato 20 ottobre 2007

AL BANDO LA CENSURA!



Basta osservare il video sull'uccisione del militare giapponese a Myanmar in Birmania per rendersi conto delle potenzialità della rete che ogni minuto sembra superare se stessa. Attimo dopo attimo il video mostra a tutto il mondo l'agonia di un uomo qualunque di cui nessuno ne avrebbe mai conosciuto la sorte se qualcuno non si fosse preso la briga di riprenderlo. La sua morte sarebbe passata nell'indifferenza più totale, come tante altre. E' proprio questo che secondo me, dà a queste immagini una valenza unica. Pur nella loro crudeltà servono a rendere giustizia, dignità alla persona umana in quanto tale, dopo che per anni la terrificante macchina della censura ha esposto la verità(sempre relativa ovviamente!) alle peggiori manipolazioni. Senza correre troppo indietro con la memoria dal Vietnam al regime di Mao in Cina, di esempi se ne possono fare moltissimi. Regimi che per anni hanno impedito di parlare, di dire la propria hanno visto il loro "tramonto"già qualche anno fa quando l'11 settembre quell'areo si è schiantato sulle Torri Gemelle. Forse non ci si è resi conto fino in fondo ma quella data, al di là della perdita di vite umane che la rendono storica ha rappresentato una svolta epocale. Per la prima volta chiunque possedesse un televisore ma anche un semplice cellulare ha potuto assistere ad un evento in tempo reale, mentre accadeva. Per giorni le emittenti di tutto il mondo ci mostravano le immagini di quello schianto scomponendo e ricomponendo fotogrammi come fossero pezzi di un puzzle restituendoci pezzi di vita, spiegazioni, ipotesi , scenari che mai avremmo potuto immaginare.Da allora il processo è stato inarrestabile. Il video pubblicato su youtube sul soldato ucciso in Birmania testimonia l'importanza della potenzialità, dell'interattività a 360° della rete che permette a tutto e a tutti di essere protagonisti e di dire "ci sono anche io". Certo guardando le immagini di un corpo esanime che indubbiamente sono forti e drammatiche qualche moralista potrebbe additare ragioni di rispetto e dignità ma io credo che se fossi la madre di quel ragazzo vorrei sapere chi e perchè ha ucciso mio figlio! Credo che il senso di giustuzia e democraticità che ci trasmettono queste immagini non sia da sottovalutare.


sabato 13 ottobre 2007

C'è una cosa che mi ha incuriosito sfogliando la homepage di Repubblica...un'inchiesta realizzata dal giornale sui "brooklinetes" cioè coloro che vivono al di là del ponte a Manhattan ma che non si sentono newyorkesi. Si parla tanto di globalizzazione ma sono tante le realtà locali non tutte conosciute che convivono con il globale ma non accettano di confondersi. Un ponte, che tradizionalmente dovrebbe collegare questa volta divide, separa, mette confini. Dalle interviste riportate ad artisti, commercianti, studenti viene fuori una realtà opposta a quella di Manhatthan caotica e "accellerata", un quartiere tranquillo dove la gente si distingue per l'accento più colorito e l'atteggiamento casual. Chi abita al di là del ponte è trasandato per tradizione e si rifiuta di parlare al mondo, ben diverso dallo stile ingessato e la valigetta 24ore del manager newyorkese. I brooklinite sono orgogliosi del loro status, a dimostrare che è solo al di là del ponte che si respira l'umanità di una metropoli diventata sempre più globalizzata. E' diventata rifugio di artisti in bolletta e sta diventando un'ambita realtà sociale e culturale in cui convivono varie etnie. Un luogo che viene visto come segno imprescindibile della loro identità. Vi vivono ormai molti italiani ma come viene fuori dall'inchiesta si tratta di una migrazione sempre più intellettuale. Del resto per la "fuga dei cervelli"direi che siamo esperti!.A Smith Street ad vive Vincenzo Amato,apprezzato scultore e attore dei film di di Emanuele Cirlese. Non so a voi ma credo che sia davvero interessante questo modo di vivere. I brooklinites, a un passo dalla città ma distanti mille miglia difendono le loro tradizioni, i loro valori e non credo che sia poco visto che di punti di riferimento oggi ne abbiamo ben pochi.!
Ps. Se vi interessa approfondirea andate su Repubblica.
Fatemi sapere cosa ne pensate a presto!
Ramo

Che dolci....!

Gli animali sono la mia passione...soprattutto i cani ne ho tre...presto ve li farò vedere!

Come inizio non c'è male...

Buongiorno raga è davvero bella questa cosa del blog...pensavo fosse più difficile vediamo come va!